Al di là dell'orbita di Nettuno è presente una grande quantità di rocce ghiacciate chiamate oggetti trans-nettuniani (TNO); una di queste, Plutone, è classificata come pianeta nano. La regione è inoltre foriera di numerose comete tra cui la famosa cometa di Halley. Data la grande distanza che li separa dal Sole, questi oggetti erano finora difficili da scoprire; tuttavia gli astronomi, analizzando i dati provenienti dal telescopio spaziale Hubble con nuove tecniche, sono riusciti a catalogarne 14 e pensano di far salire questa cifra a circa un centinaio.
Questi oggetti sono molto importanti per gli studiosi, in quanto rappresentano gli elementi residui della formazione del sistema solare.
Dal momento che orbitano lentamente attorno al Sole, i TNO appaiono, nelle immagini a lunga esposizione, come delle strisciate contro il cielo stellato. Gli scienziati hanno sviluppato un software in grado di rilevare queste strutture ed analizzando centinaia di foto sono riusciti ad isolare questi nuovi 14 TNO.
Le ricerche si sono concentrate entro i 5° dall'eclittica (il piano su cui risiedono le orbite dei pianeti del sistema solare), visto che la maggior parte dei TNO si trova proprio in questo settore. Tutti gli oggetti scoperti hanno una luce molto debole, circa cento milioni di volte meno intensa del più debole oggetto visibile ad occhio nudo, e un diametro compreso tra i 40 ed i 100 km; tra i 14 oggetti c'è anche un sistema binario, formato cioè da due corpi orbitanti tra loro (come la coppia Plutone-Caronte).
Mentre la maggior parte dei TNO ha un'orbita prossima all'eclittica, ce ne sono altri che hanno invece orbite molto inclinate; analizzando la distribuzione nelle due tipologie di orbite, gli scienziati sperano di ottenere informazioni circa l'evoluzione degli oggetti negli ultimi 4, 5 miliardi di anni.
fonte: Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics
fonte: Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics
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