Come una rondine non fa primavera, una zanzara tigre non fa estate: non si può dire infatti iniziata la bella stagione se non si scatena la corsa al catastrofismo dei vari giornali e tg, pronti a ricordarci che il clima è impazzito e che non era mai stato così caldo negli ultimi cinquant'anni.
A tale proposito, vorrei fare alcune considerazioni, senza prendere in esame i numeri, ma che scaturiscono da quello che si sente in giro.
Innanzitutto, come si può definire eccezionale un evento che si verifica oramai tutte le estati? Forse sarebbe più giusto dire che avere un paio di episodi di ondate di calore ogni anno è oramai la normalità, anzi, bisognerebbe preoccuparsi se non si verificassero.
Di solito questi proclami sono poi accompagnati dalla classica frase ad effetto del tipo "...le temperature sono di ben tot gradi al di sopra delle medie del periodo...", come se d'estate dovessimo avere tutti giorni una temperatura pari a quella media.
Ragionare con la media è una cosa piuttosto delicata e a volte anche pericolosa; per come viene calcolata, è normale avere valori più alti e più bassi rispetto al valore medio, il quale potrebbe, in teoria, anche non essersi mai verificato.
Faccio un esempio estremo: supponendo che in un mese misuri per quindici giorni temperature di 10° e per l'altra metà temperature di 20 °, ottengo una media di 15°. Nonostante questo sia il valore medio, non si sarebbe mai verificato e quindi, semmai un giorno dovessi misurarlo, sarebbe proprio questo l'evento eccezionale!
Ora, d'accordo che i valori di temperatura non si distribuiscono in quel modo (nella realtà i valori attorno alla media sono anche i più frequenti), ma è assolutamente normale essere a volte al di sopra e a volte al di sotto del valore medio. Quindi, descrivere l'evento solamente con lo scarto dalla media è una informazione incompleta; sarebbe più giusto dire con che frequenza, in passato, sono stati misurati scarti di quel tipo (magari chiamando in causa i percentili) o esprimere lo scarto in termini di deviazione standard, una grandezza che indirettamente ci dice anche qualcosa sulla distribuzione statistica dei valori di temperatura . So che sono concetti che non sono familiari ai più, ma, come per tutte le cose, basterebbe iniziare a parlarne per rendere tutto, piano piano, più comprensibile.
Lavorando in Protezione Civile, so bene quanto sia positivo ricordare a tutti i comportamenti da seguire in questi casi, come bere molto, parcheggiare il nonno al supermercato o non uscire col pupo al primo pomeriggio: le ondate di calore possono avere conseguenze molto serie sulla popolazione a rischio (anziani, bambini, cardiopatici...). Per carità, i numeri potranno anche smentirmi, ma francamente mi sembra che tutto questo allarmismo sia un pò esagerato.
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