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mercoledì 23 febbraio 2011

Inverni freddi e inquinamento dell'aria


Più l'inverno si presenta con temperature basse e più l'aria diventa inquinata: è questa la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricerca dell'Università di Goteborg. Il team di studiosi dell'ateneo svedese ha analizzato la situazione meterologica degli ultimi inverni, tra i quali gli ultimi due che si sono caratterizzati per valori termici più bassi della media, mettendoli in relazione con le misure della concentrazione di inquinanti misurati nella città di Goteborg.

In particolare, gli studiosi hanno focalizzato la loro attenzione sull'indice NAO (North Atlantic Oscillation), il quale altro non è che la differenza di pressione misurata tra l'Islanda e le Azzorre. L'indice spazia tra valori positivi e negativi e fornisce un'indicazione della distribuzione dei campi di pressione in Atlantico. 

Analizzando i dati, gli scienziati hanno mostrato che negli ultimi due inverni, l'indice NAO ha assunto prevalentemente valori negativi; ciò vuol dire che i sistemi di bassa pressione hanno maggiormente influenzato il tempo  dell'Europa meridionale, mentre nelle areee settentrionali del continente era presente dell'aria fredda di origine siberiana. Incrociando questi dati con quelli della concentrazione degli inquinanti (in particolare degli ossidi di azoto), è emerso che i livelli di guardia sono stati superati più frequentemente nei periodi di NAO negativa, nonostante che le emissioni siano gradualmente diminuite a partire dall'anno 2000.

Il tipico tempo invernale di Goteborg prevede pioggia e vento forte; questi due fattori contribuiscono a ripulire l'aria favorendo la dispersione degli inquinanti. Nel caso di NAO negativa, il ricambio di aria nei bassi strati è sfavorito; da ciò consegue un peggioramento in termini di concentrazione delle sostanze inquinanti. Durante i mesi invernali dal 1997 al 2006, le concentrazioni degli ossidi di azoto sono state più elevate di circa il 18%, nei mesi in cui si è registrata una NAO negativa rispetto a quelli con NAO positiva. 

Questo fatto non è caratteristico della sola città di Goteborg, ma si verifica anche in Italia; nelle fasi invernali caratterizzate da tempo stabile, l'aria al suolo tende ad "invecchiare", con il conseguente aumento dell'umidità, con le nebbie tipiche del periodo, e purtroppo anche della concentrazione delle sosotanze inquinanti. La cosa peggiore è che dal punto di vista amministrativo, abbiamo assistito a degli interventi tardivi: è inutile infatti organizzare blocchi del traffico o circolazioni a targhe alterne quando la situazione meteorologica è oramai cambiata e vento e precipitazioni hanno già contribuito a ripulire l'aria. Non so se sia più una sorta di "ignoranza meterologica", con interventi di facciata per far vedere l'impegno delle amministrazioni su questo fronte, o sia effettivamente una mancanza di adeguati strumenti legislativi. Sta di fatto che questi interventi, efficaci o meno che siano, devono essere messi in atto tempestivamente, nei momenti più critici, se si vuole limitare i danni per i cittadini. Altrimenti, oltre al danno la beffa: dopo aver respirato veleni per giorni, ci si trova costretti a subire disagi per ripulire l'aria "pulita". 

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