Il terremoto di magnitudo 8.1 e lo tsunami che ha ucciso 192 persone lo scorso anno negli arcipelaghi delle Samoa, delle Samoa Americane e di Tonga fu in realtà un triplo evento; il potente terremoto 8.1 ha infatti innescato due terremoti di magnitudo 7.8. Lo riporta un articolo pubblicato sulla rivista Nature.
La ricerca è stata finanziata dalla National Science Foundation e dalla U.S. Geological Survey, ed è stata diretta dal sismologo Thorne Lay della University of California.
"All'inizio abbiamo pensato che si trattasse di un solo terremoto" ha detto Keith Koper, coautore della pubblicazione. "Quando abbiamo analizzato i dati è emerso che non si trattava di un unico grande terremoto, ma di ben tre terremoti, che si sono verificati a distanza di due minuti l'uno dall'altro. Le due scosse nascoste hanno causato parte dei danni e delle onde di tsunami; combinate insieme hanno dato luogo ad un rilascio di energia pari a quello di un'altra scossa di magnitudo 8."
Il terremoto del 29 settembre 2009 ha generato delle onde di tsunami di altezza variabile, a seconda della zona colpita; in alcune zone l'acqua ha addirittura raggiunto l'altezza di 15 metri sopra il livello del mare.
La catastrofe ha provocato la morte di almeno 149 persone a Samoa, 34 persone nelle Samoa Americane e 9 a Niuatoputapu, un'isola nella parte settentrionale di Tonga. E' il primo caso conosciuto di un grande terremoto "normale" (la scossa di 8.1) che si verifica sul fondo marino della placca tettonica e che poi innesca grandi scosse sismiche (le scosse 7.8) nella zona di subduzione, dove la placca oceanica scivola sotto la placca continentale della crosta terrestre.
"Analisi dettagliate delle onde sismiche hanno mostrato che questa è stata una sequenza di eventi piuttosto inusuale, atipica" spiega Benjamin Phillips, direttore del settore Earth Sciences del NSF.
Nell'Oceano Pacifico sud-occidentale, la placca pacifica si muove verso ovest ed è spinta sotto il blocco di Tonga, una micro-placca sul bordo nord-orientale della placca australiana. Durante le scosse normali, il terreno si spezza lungo una faglia. Il magnitudo 8.1 si è verificato quando la placca pacifica si è spezzata nel punto dove inizia a scivolare sotto il blocco di Tonga.
Questo studio avrà un impatto nel modo in cui verranno calcolati i rischi da terremoti e tsunami, non solo in quella regione, ma potenzialmente in tutte le parti del mondo.
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