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venerdì 23 marzo 2012

La caduta del comunismo ha cambiato la matematica americana?

In questo mondo sempre più interconnesso, anche gli sconvolgimenti negli assetti socio-politici possono avere influenze in campi apparentemente scollegati, tra i quali quello matematico; uno studio ha infatti evidenziato come il crollo dell'Unione Sovietica nel 1992 abbia portato un notevole afflusso di matematici sovietici nelle istituzioni americane. Ne è conseguita una diversificazione dei campi di specializzazione degli studiosi e un modo diverso di studiare ed insegnare questa materia.

Nel periodo tra l'istituzione e la caduta del comunismo, la matematica sovietica si è sviluppata in un maniera autonoma e lungo filoni di specializzazione molto diversi rispetto a quelli statunitensi,  e questo ha portato a una marea di nuove idee e di nuovi teoremi matematici.

Nei settant'anni tra la l'ascesa e la caduta del comunismo in Unione Sovietica (1922-1992), la collaborazione tra i matematici sovietici e quelli occidentali è stata piuttosto scarsa, anche a causa del fatto che qualsiasi comunicazione doveva essere letta ed approvata dalle autorità ed era necessario un permesso per poter pubblicare al di fuori dei confini nazionali.
  
"Così come due popolazioni separate fisicamente sviluppano un proprio linguaggio e propri dialetti, così le due comunità matematiche orientale ed occidentale, separate dalla Guerra Fredda hanno sviluppato specializzazioni diverse nel corso degli anni in tutti gli ambiti della matematica" spiega Kirk Doran, co-autore dell'articolo.

I risultati dello studio rivelano che il cambiamento improvviso in alcuni settori specifici non solo è stato correlato con calo di produttività dei matematici americani le cui aree di studio si sovrapponevano a quelle sovietiche, ma ha anche ridotto la probabilità, all'interno della comunità americana, di competere con altri studiosi negli argomenti di ricerca di alto-livello.  Sono emerse infine evidenze di una produttività maggiore e più lunga negli studenti di professori emigrati sovietici rispetto a studenti di insegnanti non sovietici.

fonte:University of Notre Dame

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